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braccio, ma sibbene gli scudi; e in moltitudine tale, che Tarpeja ne rimase oppresssa. Questo è quanto vien dimostrato nella seconda moneta. Il diritto coll’Epigrafe TA disegna la testa di Tazio re de Sabini, dalla quale regione riconosceva i suoi natali quel Titurio Sabino, che volle eternare nella moneta amendue i fatti.


P A R T E   I I


M O N E T E   I M P E R A T O R I E.


Le monete che appartengono a questa sezione tengono meritamente il primo luogo nella Numismatica, non solo pel loro argomento, quanto per la loro mirabile diversità, e la tratta de’ lunghi secoli, nei quali si estende. L’argomento che ne rappresenta i più grandi Monarchi, che abbiano figurato sul Teatro dell’Universo, desta naturalmente nell’animo un elevazione di sentimento; la quantità n’è quale si può aspettare da una potenza di così vasta estensione, e la varietà ne è così molti forme, come si può immaginarla in principi, che nelle imprese loro aspiravano alla rinomanza, non solo entro de’ confini romani, ma ancora presso alle nazioni straniere. E’ singolarmente degno di meraviglia il lungo spazio della monetazione Imperatoria; poiché non sono meno di 524 anni, che decorsero dal 48 innanzi la venuta di G. C. nel quale G. Cesare vittorioso a Farsaglia pose la prima base della Monarchia, infino all’anno di Cristo 476, in cui l’impero d’Occidente spirò sotto l’Imp. Romolo II; e quando vi si vogliano calcolare anche gli Imperatori Orientali, che regnarono fino al 1453, in cui da Maometto II fu presa Costantinopoli, il Romano Impero conterebbe 1500 anni, nella quale estensione le monete si succedono quasi senza venirne interrotto il corso.

Attesi i confini addottati per questa Operetta conviene ch’io mi ristringa a una piccola scelta dei pezzi migliori, arrestandomi all’epoca del regno dell’Imp. Caracalla, dopo il quale a dir il vero cessa la carriera brillante della Numismatica, sia quanto alla Zecca Romana, sia quanto alle altre dell’Universo.

Si vuole avvertito il principiante fin d’ora, che i Monarchi ritennero il diritto di coniare la moneta d’oro, e di argento, lasciando al Senato la privativa per quella di bronzo. Perciò s’incontra su di questa ordinariamente la nota