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dicava un genio tuttora incolto. Fidia, e i di lui coetanei si accostarono alla natura assai meglio: ma le lor produzioni riuscivano sempre ancor troppo secche, e senza grazia, fin a tanto che Prassitele, Apelle, e Lisippo, colsero la natura nella sua eleganza, e portarono le bell’arti alla maggior perfezione. Quella veracemente fu l’età d’oro della Numismatica, ch’ebbe principio verso i giorni di Filippo II Re di Macedonia; proseguì sotto al Regno d’Alessandro Magno di lui figlio, e durò qualche tempo ancora sotto a’ di lui successori. Di quanto riferisce la Storia d’allora ne danno le monete un attestato oculare, e ciò non già preso nel suo totale: ma ne vien mostrato in dettaglio e gradatamente l’alterazione del buono stile sulle monete di Repubbliche, o Principi isolati; poiché ne resta fra le mani una serie non interrotta sulle monete della maggior parte di essi dall’età più rimota fino al loro decadimento. Di più: la Storia non ne fa sapere gran cosa di positivo sullo stato attuale delle bell’arti di varie rinomate regioni; come della Magna Grecia, Sicilia etc., e sembra, che voglia piuttosto privare dell’idea del vero buon gusto nelle Arti certe altre provincie, come sarebbe la Beozia, la Bitinia, ed altre. La Numismatica però comprova coi monumenti ch’esistono, qualmente le Arti debbono aver fiorito al più sublime grado nella Magna - Grecia, e nella Sicilia; poiché la moneta comunissima del loro uso giornaliero (de’ Medaglioni di lusso non v’essendo in allora nozione) è di una straordinaria bellezza. Dessa comprova che la Beozia, la Bitinia ec. potevano a buon diritto gloriarsi della idea del Bello, quanto ogni altra pregievole Città della Grecia. Comprova che il buon gusto non regnava soltanto nelle grandi Città della Grecia, dove il lusso le favoriva: ma che si estendeva in ogni qualunque angolo di paese greco, perfino a popolazioni, delle quali appena si conosceva il nome. Quanto ignobile nella Storia non é Sybrizia, una delle menome Città dell’Isola di Creta? Eppure le di lei monete gareggiano colle più eleganti della Grecia. Comprova finalmente, che il Greco era Greco dappertutto, che fa sua propensione ai Bello si manteneva in ogni clima fra le Barbare Nazioni ancora, e si riproduceva anche nella più tarda posterità. Fino da’ primi tempi una porzione degli abitatori di Focea nell’Jonia s’innoltrò nelle Gallie, edificò la Città di Marsiglia, e si stabilì solidamente in mezzo di que’ Barbari; e dopo qualche secoli ancora battè moneta di gusto affatto greco. I Cirenei nell’Africa, Lacedemoni d’ori-