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da cui tanti inconsiderati proseliti si lasciano ingannare. Per poca attenzione che si usi, è facile sfuggire la frode. Si scorrano soltanto i cataloghi de’ Musei più accreditati per riconoscere siccome spurj que’ tipi, che ne vengono esclusi. Il lavoro della seconda specie è fatto con artifizio incomparabilmente più fino. La pratica generale è di formare d’antiche monete una matrice, in cui vien fusa la copia nel metallo che piace. Poiché le monete antiche, pochissime eccettuate, sono di conio, non è difficile di ravvisare nelle falsificate qualche indizj del gettito. Il gettito si fa conoscere in una moneta fusa dalle minutissime concavità, che rimnangon sul campo a cagione dell’arena, di cui è la matrice composta; mentre le monete coniate riescono liscie perfettamente. Più; nel gettarle non riescono mai le parole, e le figure di quel taglio vivo, e netto; e scuopronsi nel contorno i segni della lima impiegata a fare sparire le due congiunture delle forme surrettizie. Non riuscendo il nascondere onninamente si fatto vizio, gli ingannatori più astuti si prevalgono di monete veramente antiche, e col soccorso del bulino sostituiscono la testa di un altro Imperatore cambiandone anche l’epigrafe; talché di un’Augusto per esempio di seconda forma col rovescio S. C. che vale cinque soldi, ne formano un’Ottone di Antiochia del prezzo di 20. Scudi; oppure segano due monete legittime per unire alla testa di un Cesare il rovescio che appartiene ad un altro, creando così un fenomeno nel regno Numismatico non per anco saputo. Altri poi dalla moneta antica ricopiano un conio novello, il quale, più che riesce somigliante, produce all’Artefice un più ricco bottino. I due falsificatori Padovani celeberrimi Cavino, e Bassiano portarono due secoli sono l’emulazione del bell’antico nei loro conj a un grado sì eminente, che in questa parte riscuotono anche in oggi l’ammirazione de’ Conoscitori.

Troppo vi vorrebbe a enumerare tutti gli artifizj, de’ quali la sordida avarizia sì è servita per sorprendere gli amatori. Chi ne volesse maggiori dettagli legga nella vita de’ Romani Imperatori del Sig. de Beauvais ciò, ch’egli ne ha scritto alla fine del terzo volume; e si assicuri che malgrado i molti lumi, ch’egli ha dati in questa materia, non se ne sa per anco abbastanza a sfuggire gl’inganni; a meno di avere un’occhio da lunga sperienza edotto a distinguere gli originali dalle contrafazioni. Ciò basti per altro a mettere in diffidenza i principianti contro le insidie degli Anticagliari. Si assicuri pure il dilettante novello, che per