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Lingua Fenicia. Di questa generalmente si valsero i Fenicj sulla loro moneta, prima che ne fossero scacciati dai successori d’Alessandro Magno, e poscia dai Greci. Poiché i Fenicj facevano anticamente un vasto commercio, e aveano erette delle piazze, e delle Colonie ne’ più remoti paesi, la loro lingua era stata adottata nella maggior parte delle spiagge del Mediterraneo. Si hanno difatti delle monete di molte Città di Spagna specialmente di quel Cades, al dì d’oggi Cadice, di cui si erano impadroniti, nelle quali si legge l’iscrizione fenicia. La lingua Punica, che si parlava in Cartagine Colonia notissima de’ Fenici, era figlia della lingua fenicia, la quale si trova sulle eleganti monete d’oro e d’argento coniate in quella parte dell’Isola di Sicilia, che apparteneva ai Cartaginesi, come e da vedersi nella tav. 1 al n. 17. Per altro non si è potuto finora, malgrado gli sforzi più calorosi dell’ingegno, pervenire a una decisa intelligenza di queste due lingue, e rimane anche poca speranza di pervenirvi in appresso.
Lingua Greca. I Greci, ch’erano da principio una popolazione assai limitata (poichè la loro patria cominciava dalla Tessaglia a Settentrione, e finiva a mezzogiorno colla penisola del Peloponneso) fecero portenti nell’ampliazione della Nazione loro. Cominciarono dal popolare tutte l’Isole dell’Arcipelago; quindi passarono al possesso della Sicilia; poi si estesero alle costiere della bassa Italia nei tre mari; quindi occuparono quelle dell’Epiro, Illiria, Tracia, Asia minore, e del Mar Nero, ossia Ponto Euxino fino alla Tauride, e alla Colchide col piantarvi delle Colonie. Fondarono la magnifica Cirene in Africa, nelle Gallie Marsiglia, e di la Emporia, e Roda in Ispagna. Portarono dappertutto colla Religione costumi ed arti anche la loro lingua, delle quali colonie si possono addurre in numero monete di una età lontanissima. Fin’ora si erano attenuti i Greci, come già si è detto, alle sole costiere: ma il grande Alessandro s’inoltrò in appresso fin nel centro del Continente, e spinse la prodigiosa sua corsa perfino all’Indie. I Generali Macedoni, i quali ne divisero alla di lui morte le ampie conquiste introdussero ovunque la greca favella, e d’allora in poi se ne valsero nelle loro monete i Lidj, Frigi, Cappadocj, Sirj, Fenicj, Egiziani, e perfino alcune Provincie di la dell’Eufrate e del Tigri iscrissero sulla loro moneta questo linguaggio.
La scrittura greca da’ tempi di quel Cadmo, che avea introdotto nella Grecia l’Alfabeto fenicio, fino ad Alessan-