Pagina:Lezioni elementari di numismatica antica.djvu/13


5

gento, e bronzo. Per buona sorte le Città greche incominciarono la loro monetazione dall’oro, ed argento, e terminaron col bronzo. Nell’età lor più rimota non era neppur concesso alla moneta di bronzo il corso; e appena usò un Demagogo introdurla in Atene a’ tempi della guerra del Peloponneso che venne bentosto abolita. All’opposto s’incominciò a Roma col bronzo, e gradatamente si passò all’argento, e all’oro. La ragione più verisimile pare indicarne, qualmente le Città greche incominciarono a batter moneta al lor che si videro pervenute a una florida consistenza; e si dovettero nel loro decadimento appigliare per forza alla moneta di merito inferiore; Roma però cominciò nella sua ristrettezza sotto di Servio Tullio colla moneta erosa, e l’andò poscia arricchendo a misura dell’interno proprio ingrandimento.


§. IV.


Peso, valore, e modulo delle antiche monete, prima le Romane, poscia le Greche.


Dietro alla testimonianza di Plinio si cominciò a batter moneta sotto il Re Servio Tullio, e fu in bronzo. Una tal moneta de’ Romani veniva ripartita alla maniera appunto dei loro pesi; Il peso (pondo) consisteva in una libbra in latino chiamata As, il quale veniva suddiviso in oncie XII. La mezza libbra si chiamava Semis. Il segnale su di una libbra era una lineetta perpendicolare I; la metà segnavasi S, siccome lettera iniziale della parola Semis. Quando la moneta era di 1, 2, 3, 4, 5 venivano in essa effigiati altrettanti globetti. Dalla prima istituzione, e anche un pezzo dappoi l’As veniva riguardato egualmente come peso, e moneta: ma a poco a poco questa moneta venne a riuscire assai inferiore di peso di prima. L’asse venne improntato dall’una parte colla testa bifronte di Giano, e dall’altra con una nave, a significare che Giano era approdato nel Lazio da oltremare in qualità d’ospite (V. tav. I. n. 3. 4. 5.).

La moneta di argento cominciò a Roma pochi anni avanti della prima Guerra Punica. Consisteva nel denario, quinario, e sesterzio. Il denario veniva così denominato perchè valeva denos asses, ossiano dieci libbre di Bronzo (una decussi ): così il quinario cinque libbre, e la di lui metà, chiamata sesterzio due libbre e mezzo, precisamente a tenore del Latino vocabolo. Il segnale del denario era