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e non abbandona più le sue uova, finchè il calore continuo e prolungato del suo corpo non le abbia fatte schiudere.

Bisogna vederle quelle creaturine, nate d’allora! Incapaci di adoperare le zampe, senza penne e cogli occhi ancor chiusi, vengono nutrite nel nido dai loro genitori, finchè, coperte di piume, possono cominciare a far prova delle ali e trovarsi da sè il nutrimento che loro conviene. La madre dirige i primi loro passi e manda, per chiamarli, un grido particolare quando ha trovato del cibo. Se sono aggrediti, li difende valorosamente e fa mostra d’una meravigliosa accortezza.

Quando i piccini sono abbastanza forti per volar via, lasciano la famiglia e vanno a perdersi nel mondo, nel vasto mondo, dove, alla loro volta, diverranno anch’essi mariti e padri.

Io vorrei poter farvi vedere un nido non disegnato sulla carta, ma vero. Avreste di che rimaner sorpresi, ve lo dico io! Fino dal cominciar della primavera, gli uccellini raccolgono i materiali necessari alla fabbricazione della loro casina. Tutti portano il loro filo d’erba o il loro stelo di muschio. E bisogna vedere con qual maravigliosa maestrìa foggiano un cestino, lo nascondono in un cespuglio, lo appendono a un ramo e lo depongono sui cammini, contro i muri e contro i tetti.