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nisse a mancarci il ferro! Come si fabbricherebbero gli arnesi necessari all’agricoltura? E senza il ferro e la vanga, come si potrebbe lavorar la terra? Non c’è mestiero, arte o applicazione di qualsiasi ramo della scienza che non si giovi del ferro: dal pesante martello del fabbro alla sottilissima lama con la quale il medico interroga la rete complicata de’ nostri nervolini e de’ nostri tendini, tutti gli arnesi per mezzo de’ quali l’uomo studia e lavora, sono di ferro.

Onoriamo dunque il ferro. E onoriamo anche l’oro, purchè serva a ingentilire il costume, a incoraggiare le industrie, a premiare il lavoro: onoriamolo sopratutto, se nelle mani di chi lo possiede, diventa mezzo o strumento di carità.

Tanto il ferro che l’oro si chiamano metalli: nè sono soli: vi ha l’argento, il rame, il piombo, lo zinco, il mercurio e molti altri.

I luoghi della terra dai quali si estraggono i metalli si chiamano miniere. Ricordiamocene.

Vorrei dirvi ancora molte altre cosette sui metalli; ma mi accorgo che la lezione diventerebbe un po’ troppo lunga e m’impedirebbe di raccontarvi la solita novellina. Peraltro, avanti di cominciarla, voglio assicurarmi se avete ben capito quello che vi ho spiegato.