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dissi tutta contenta. E senza darle tempo di rispondere, eseguii il cambio.

Restava l’uva. Ma ormai il coraggio era venuto.

— Senta com’è buona l’uva della nostra vigna, dissi porgendogliene la metà. Glie l’avrei data tutta, ma avevo paura d’offenderla.

Io, volete crederlo, bambine? Io divorai l’enorme cantuccio come se fosse stato un boccone solo.

E da quel giorno, non avrei potuto più merendare senza il pane della maestra.

Povera signora Maddalena! Lei che aveva portato tante privazioni, tanti stenti, tante vergogne: lei che aveva patito la fame senza lamentarsi e senza chiedere un soldo a nessuno, non potè reggere al dolore di sapere il figliuolo in carcere. Entrò a letto con un gran febbrone e morì col suo nome sulle labbra. A me, poi, che le prestavo qualche piccolo servigio e passavo gran parte del giorno al suo capezzale, fece un cenno con la mano e balbettò: — Ah birichina!... —

Che il buon Dio le avesse già raccontato tutto?


I metalli.


Attenti, bambini. Oggi dobbiamo parlare di belle cosine, di cosine che vi piaceranno certamente. Guardate bene quest’anello. Lo vedete? Mi sapreste