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tilla. O come accade ciò? Ecco: battendo rapidamente una lama di acciaio sulla silice, le estremità taglienti di questa pietra sì dura fanno un leggiero solco sulla lama e la riscaldano, nel tempo stesso che in quel punto ove la solcano, spicca una minutissima scheggia di metallo, la quale essendo già riscaldata, s’infiamma tostochè trovasi isolata dall’acciarino e a contatto dell’aria. L’esca, poi, che si mette a contatto della pietra focaia, affinchè pigli fuoco, è una materia che cresce sulla querce, e viene conciata e preparata con sostanze atte a incendiare facilmente.

Ma la scoperta del fosforo c’insegnò un modo più spiccio per procurarci il fuoco: esso ha, come vi ho detto, la strana proprietà di essere costantemente luminoso nell’atmosfera e di manifestarsi, nell’oscurità, con una luce più viva. Ebbene l’industria ha applicato questa proprietà del fosforo alla fabbricazione di quei fuscellini di legno o di cera, comunemente detti fiammiferi; essi sono ricoperti, ad uno dei loro capi, da un miscuglio di fosforo, di zolfo, di clorato di potassa e di gomma colorata in verde, giallo, rosso o turchino; e basta sfregarli sopra un corpo scabroso o secco, affinchè prendano subito fuoco.

Nessuno, certo, potrebbe disconoscere l’utilità grande di questo trovato: ma non meno il pe-