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ad affrontar le intemperie della stagione e a lavorar senza tregua per guadagnarsi il sostentamento, si era fatto robusto, attivo e diligente. Gli incontri frequenti coi lupi gli avevano dato una tale intrepidezza, che nessuno poteva vantarsi di averlo fatto scappare: qualche volta, è vero, era tonato a casa tutto sanguinolento e con gli orecchi laceri: ma invece di sgomentarsi, egli si teneva di quelle ferite, le quali erano una prova indiscutibile del suo coraggio: e la sua onestà dove la metto? Quante volte si era trovato nell’occasione di agguantare un bel pezzo di agnello o di maiale! Quella carne lo solleticava, gli faceva gola; ma pure Sparalampi seguitava la sua strada con disinvoltura e non si voltava mai indietro per la paura di cedere alla tentazione.

E quando era fuori col gregge? Poteva venir giù pioggia, grandine e neve: potevano cascare i fulmini ai suoi piedi, egli non si muoveva e sarebbe piuttosto morto, che cercare un riparo, il quale lo avesse diviso dalle pecore affidate alle sue cure.

Ora avvenne che il padrone del pastore si decise a visitar le sue terre. Condusse con sè Turco, il quale, appena ebbe visto Sparalampi, non potè trattenere un moto di repulsione. Il povero animale, l’ho già detto, non possedeva una sola delle bril-