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sul carro i concimi, le mèssi, i pietrami, il fieno e tante altre cose. Il bue è robustissimo e può sopportare, senza soffrire, i lavori più faticosi.
— O quest’altro animale, che è quasi eguale al bove, come si chiama?
— Si chiama vacca ed è la sua femmina. Vedi, mentre il bove ha ordinariamente il pelo lucido e bianco, le vacche invece possono esser rosse, nere, brune, bianche, e anche di tutti questi colori riuniti.
— Cosa mangiano i bovi e le vacche?
— Mangiano l’erba, il fieno, e anche la paglia. Poi, quando hanno mangiato, ruminano.
— Non intendo, disse Attilio. Cosa vuol dire ruminare?
— Così mi piaci, rispose il babbo, facendo una carezza al suo figliuoletto. Io piglierei che tutti i bambini, quando leggono o odono una parola difficile, della quale non riescono a spiegarsi il significato, si facessero a chiederne subito la spiegazione. Così si eviterebbe di accumolar confusione su confusione e ignoranza sopra ignoranza. Ma tornando alla parola ruminare, ti dirò che significa il far ritornare alla bocca il cibo mandato nello stomaco per finirlo di masticare.
— Curiosa! disse il bambino stupefatto. Dimmi, babbo, ruminiamo forse anche noi?