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terreno, riprodurrebbero la pianta che ci da l’uva e che si chiama vite.

Ma la vite non si riproduce col mezzo della sementa. Le ci vorrebbe troppo tempo prima di dar dei frutti. Ecco come si fa: si stende sul terreno un ramo di vite, senza staccarlo dal tronco o ceppo, e si lascia l’estremità di questo ramo esposto all’aria e alla luce. Ben presto sulla parte del ramo nascosto nel terreno germogliano alcune radici e formano un nuovo ceppo di vite.

La vite è una specie d’arbusto tortuoso, la cui scorza è ruvida e filamentosa: i suoi rami, lunghi e flessibili, ove fossero abbandonati a sè stessi, serpeggerebbero sul terreno: ma l’agricoltore li assicura lungo i muri o li raccomanda agli alberi, in modo che la vite possa allacciarsi ai loro rami e formarvi graziose ghirlande di pàmpani e di grappoli. La vite, lasciata crescere, forma le così dette pergole o pergolati, la cui ombra ci difende, nei giardini, dalle carezze troppo vive del sole.

Quasi sempre la vite è coltivata su terreni speciali, i quali prendono il nome di vigne o vigneti: e il ceppo è sostenuto da un palo.

In autunno l’uva è matura: allora si procede alla vendemmia, cioè alla raccolta dell’uva.

L’uva è versata in capaci tini, dove viene pigiata, affinchè possa versare il sugo, il quale scola