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300 capitolo xiv — § 90

nella (2) la sia funzione della sola , la funzione della sola ; in tal caso la (3) è evidentemente soddisfatta, perchè

.

Supponiamo continua per , ed continua per .

Sarà evidentemente:

.


Il primo addendo è una funzione della sola , la cui derivata rispetto ad vale e la cui derivata rispetto ad è nulla. Il secondo addendo similmente è una funzione della sola , la cui derivata rispetto ad è nulla, la cui derivata rispetto ad è . Il terzo addendo è una costante effettiva, le cui derivate sono entrambe nulle. Esso è il valore della nel punto di ascissa e di ordinata .

) Passiamo ora al caso generale. Vogliamo calcolare nel punto supponendo che siano finite e continue nei punti la cui ascissa è compresa tra ed , e la cui ordinata è compresa tra ed . Ciò naturalmente limita il campo ove facciamo variare il punto cioè il campo , ove dimostriamo il nostro teorema. Supporremo, p. es., senz'altro essere un rettangolo coi lati paralleli agli assi, e dento di esso supporremo cadere entrambi i punti ed .

Poichè , sarà

                                        ,                     (4)

dove nell'eseguire l'integrazione la si considera come costante, e la (la costante additiva) potrà quindi essere funzione della sola (com'è evidente, perchè deve essere la funzione a cui si riduce la per , cioè la ).

Dovremo poi determinare la in guisa che la derivata rispetto ad della definita da (4) valga ; che cioè