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ACCADEMICHE. 37

DELLA LEGGEREZZA

LEZIONE SESTA.

NN

El passato discorso fu detto, che la sola gravità, o la sola leggerezza pareva ritrovarsi negli elementi. Consideriamo ora a quale di questi due partiti è più verisimile, che si sia appigliata la Natura; cioè s’ell’abbia fatto tutte le cose leggieri, overo tutte gravi. Io so, Sereniss. Principe, Degnissimo Arciconsolo, Virtuosissimi Accademici, io so, che alcuni Filosofi non solo antichi ma anche moderni, hanno creduto, che tutti gli elementi sien gravi, ed abbiano interiormente principio di moto verso il centro del globo terrestre. Opinione veramente giudiziosa, colla quale si salvano tutte l’esperienze praticate, e si escludono molte inconvenienze, che seguirebbero, supposto ritrovarsi attualmente quelle due qualità contrarie, ed incompatibili, gravità, e leggerezza. Questi tali fautori della gravità, si fondano egualmente sull’esperienza, e sul discorso. Ma però non può negarsi che mettono perpetuamente una petizione di principio troppo manifesta. Dicono essi. Tutte le cose le quali si muovono all’in giù, vi vanno per principio di momento interno. Ma non disputiamo noi per appunto di quella cosa medesima, che voi supponete? Il rimanente poi de i movimenti all’in su, bisogna che io lo confessi, lo salvano benissimo in questo modo. Dicono; se alcuni corpi si muovono in su, come l’aria, per esempio, nell’acqua, il fuoco nell’aria, e nell’argentovivo i marmi, ciò non avviene già per interna virtù, la quale spinga in alto le nominate materie; ma si bene per espulsione fatta dal corpo ambiente. Questo come più grave, discaccia le materie meno pesanti da lui circondate, e le ributta più lontano dal centro, che egli possa. Quel moto poi di repulsione vien da noi nominato movimento all’in su. Ora venendo io alla proposizione del Paradosso, abbraccio


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