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Vascello, crederei dico, che forse quel leggierissimo guscio facesse nell’atto dell’urtare, la medesima operazione, che faceva l’immensa mole del navilio. Ma un guscio di noce lasciandosi muovere troppo presto, non permette che altri imprima in esso tanta virtù, e tanta forza, quanta se ne imprime in una macchina immensa di un gran corpo mobile. Se una persona mediocremente gagliarda, appoggiate le spalle ad un muro di quest’edifizio, durasse a spinger in esso una mezza giornata continua, con intenzione, e con vanto di rovinarlo; io non so qual di noi sarebbe sì continente del riso, che non beffeggiasse il novello Sansone.

Nondimeno le forze prodotte da colui, potrebbero forse esser sufficienti, non dico per rovinare un edifizio, ma per ispiantare una montagna; quando però si potessero unire, ed applicar poi tutte insieme in un urto solo. Se fosse possibile, com’in effetto è, che tutta quella forza generata nel tempo di un mezzo giorno, non fusse stata applicata appoco appoco alla muraglia resistente, ma si fusse andata conservando in qualche ricettacolo, e poi in ultimo si fusse applicata tutta in un tratto al muro resistente, io fortemente dubiterei, che in cambio di dar materia di riso, si fosse rinnuovata l’antica Tragedia de’ Filistei.

Vedesi talvolta un Villano affaticato, mettersi sotto qualche portico a giacere sulle pietre; e per dir poco, farà anche una dormita d’una grossa ora. Credibil cosa è, che nello svegliarsi senta qualche poco di dolore nella parte del corpo, la quale sarà stata per di sotto su i duri marmi, ma però poco sarà il travaglio: posciache quello stretto, e premuto toccamento, che egli in virtù del proprio peso ha fatto sopra quei sassi, si è distribuito per lo lungo spazio d’un’ora, e però sì è renduto assai comportabile. Se quell’istesso Contadino fosse venuto dormendo con caduta precipitosa fin dal Ciel della Luna (che quanto al sonno, io non credo, che il Prete Janni possa dormire su piume più delicate, ne con riposo più soave, in tutte le parti del corpo) quando poi egli arriverà in terra a dar la percossa, allora si vedrà, quanto meglio per lui era giacere su i nudi sassi, e patir poco travaglio per un’ora continua, che dormire nel grembo dell’aria, e sulle piume de’ venti, per dover poi


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