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ACCADEMICHE. 5

gravita colla sua forza totale di cento libbre, ne più ne meno. E se alcuno se lo ponesse sopra di una mano, proverà che non passa giammai alcuno istante di tempo, che in esso il grave non generi, per così dire, una premuta verso il centro della terra con forza di libbre cento. Dall’altra parte poi il marmo sottoposto, in ciascuno istante del tempo che corre, va continuamente corrispondendo al grave premente con momento di resistenza, non come cento, ma come mille. Quindi è, che se noi coll’imaginazione segneremo nel tempo corrente qualsivoglia istante, sempre troveremo, che in quell’istante segnato, si fa un contrasto disuguale, tra una forza di cento, e una repugnanza di mille; adunque ancorche il grave posasse, e premesse eternamente sopra il marmo, non farà mai cosa alcuna, quanto a romperlo, più di quel tanto, che egli fece nel primo punto del tempo, che vi fu posato sopra. Immaginiamoci, e serva per esempio, che in questa stanza sieno trenta uomini, i quali con tutta la lor forza, tengano unitamente il capo d’un’Asta, e che per quella strada là fuori, passino in ordinanza tutti gli uomini dell’Europa uno dopo l’altro, ma però in tal modo, che un solo per volta nel passare, dia una stratta all’altro capo dell’Asta. Certa cosa è, che non solo tutti i popoli dell’Europa, ma ne anco tutte le generazioni de’ secoli, sarebbero giammai bastanti a forzare noi trenta, sicche ci muovessimo ne pure un passo dalla nostra primiera positura. E di ciò la cagione è manifestissima, mentre quelli vanno applicando le lor forze uno per volta, noi siamo sempre trenta contro uno, tutti uniti a far loro resistenza. Notisi solamente questo a proposito per i momenti della gravità; che quando passa il secondo traente per la strada, e collo sforzo suo dà il tratto all’Asta, la forza che prima di lui aveva fatta il suo antecessore, non è più d’alcun giovamento a lui, e nell’istesso modo lo sforzo, che fa egli, non ajuterà punto il suo successore. Ma ritorniamo al grave quiescente, che sia, per esempio, una palla, la quale con forza di cento libbre prema continuamente sopra la tavola del marmo sottoposto: benche il momento per se stesso della palla pesante, che è cento libbre, operando sempre solitariamente senza moltiplicarsi, non basti a superar l’impedimento della tavola, che è come mille, ne anco in tempo infi-


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