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fondo B C. Ora se noi spingeremo a forza il piano, o ferro tagliente F G sicche entri, e tagli lo lana compressa, io dico, che se la lana F B C G sarà compressa come prima, ancorche il fondo B C non senta più nulla del peso soprapposto dal piombo E in ogni modo patirà il medesimo, che pativa prima. Applichi VS. che io non istarò a tediarla più. Quanto alla seconda. Fu una volta un filosofo, che vedendo la cannella messa alla botte, da un servitore, lo bravò con dire, che il vino non sarebbe mai venuto, perche natura de’ gravi è di premere in giù, e non orizontalmente, e dalle bande; ma il servitore fece toccarli con mano, che sebbene i liquidi gravitano per natura in giù, in ogni modo spingono, e schizzano per tutti i versi, anco all’in su, purche trovino luoghi dove andare, cioè luoghi tali, che resistano con forza minore della forza di essi liquidi. Infonda VS. un boccale tutto nell’acqua, colla bocca all’in giù, poi li buchi il fondo, sicche l’aria possa uscire, vedrà con che impeto l’acqua si muova di sotto all’in su per riemperlo. VS. applichi da se, che non la tedierò più. La terza obbiezione non mi par troppo a proposito, certo è, che è meno valida dell’altre, ancorche essendo presa dalla Geometria paia più gagliarda di tutte. Che un corpo posto nell’acqua contrasti solo con tanta mole d’acqua, quanta è la mole sua, è vero; ma il metallo sostenuto in quel collo di vaso, non mi pare, che si possa dire, ne immerso in acqua, ne in aria, ne in vetro, ne in vacuo; solamente si può dire, che egli è un corpo fluido, e libratile, una superficie del quale confina col vacuo, o quasi vacuo, che non gravita punto; l’altra superficie confina con aria premuta, da tante miglia


c d’aria