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ACCADEMICHE. 89

biasimarsi, se non da quelli, che non approvano l’innocenza, e non conoscono la virtù. Al contrario poi quell’età sfortunata, che sotto nome di ferro rappresenta il secolo de’ tradimenti, e delle crudeltà, non si lodi se non da quelli, che si pregiano del vizio, e trovano nelle miserie i trionfi. Declamano con elegante facondia contro se stesse, l’Ira, e l’Avarizia, la Fraudolenza, e la Lascivia, l’Ingiustizia, e l’altra schiera innumerabile delle umane calamità; se ciò non fosse, troppo gran patrocinio, si converrebbe ora implorare alla mia inabilità, presso la vostra gentilezza, mentre con obbrobrio dell’età corrotta, scorrerò brevemente, le lodi del secolo già sì felice, e sì caro a gli Dei.

L’oro, che ancor non conosciuto, se ne stava nelle caverne della terra sepolto, diede al secolo della felicità il cognome dell’oro: forse crederà alcuno per contaminar l’innocenza, denominandola dall’autor delle colpe; ma chi non vede, che con usanza da tutti ricevuta, dal più caro metallo si derivano i nomi, e si assegnano le materie alle cose più riverite? Sentiste già, che la regia del Sole fu detta

Clara micante auro.
ma del Carro.
Aureus axis erat, temo aureus, aurea summae
Curvatura rotæ, radiorum argenteus ordo.
Così per l’appunto disse il maestro de’ costumi. Quod optimum videri volunt, saeculum aureum appellant. Ma qualunque sia la cagione, o l’origine del nome, passiamo dalle voci, alle sustanze, e contempliamo noi, che nella partenza di quel secolo perfetto, fu innondata la terra da tutte le colpe, tiranneggiata da tutti i vizi, oppressa da tutte le calamità. Figuratevi Uditori, nella mente, quello stato primiero del Mondo ancor pargoletto. Che felicità! mentre nelle Provincie indistinte giacevano le campagne senza termine, o divisione. Che ricchezze! mentre ciascuno possedeva il tutto, e numerava fra le possessioni quiete, quei che oggi son Regni combattuti.

nulli subigebant arva coloni,

Nec signare quidem, aut partiri limite campum

Fas erat: in medium quaerebant, ipsaque tellus


Omnia