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più preziose sono sparse, e abbandonate, e che i gran vasi d’argento son lasciati alla peggio, per terra, e che ognuno è partito. Mentre questi consultavano, se si dovesse perseguitare, o no, giungono due Romani fuggitivi, già prigioni d’Annibale. Questi danno avviso, che l’esercito Cartaginese se ne sta imboscato tutto, dietro al monte vicino, che però non partano, poichè Annibale fingendo quella fuga, e lasciando quegli argenti, e quelle ricchezze per terra, null’altro pretendeva, se non allettare i Romani, e cavargli fuori delle fortificazioni, per tagliarli a pezzi.

Parmi Uditori d’aver detto non solamente abbastanza, ma anco a superfluità, per mostrarvi di quanta utilità sia stato mai sempre il sapersi giudiziosamente fortificare. Avete veduto Annibale, quando può venir a battaglia intrepido, insuperabile, ed ora non potendo espugnare un piccol avanzo di soldatesca afflitta, ridotto quasi all’ultima disperazione. Trovavasi angustiato da una grandissima carestia di viveri, finalmente fu astretto a partirsi, e a ritirarsi nella Puglia sotto al Castello di Canne. Felici i Romani, se lo lasciavano andare, o se col medesimo stile lo seguitavano, sempre mantenendosi chiusi nel recinto delle loro fortificazioni. Avevano intanto raccolto dalla Città di Roma, e dagli stati uniti col Popolo Romano un esercito numerosissimo, e di gran lunga superiore a quello d’Annibale. Vanno a ritrovarlo a Canne ambedue i Consoli di Roma, e conoscendosi tanto vantaggiosi di forze, si vergognano di fuggir la battaglia, e sprezzano lo star sempre racchiusi fra le trinciere della forticazione. Non vi tedierò più colle noiose narrazioni di cose divulgate. Fu combattuto, e la battaglia fu di tal sorta, che furon tagliati a pezzi quarantacinque mila Romani, morì uno de’ Consoli, trenta Consolari, ottanta Senatori, e un numero tanto grande di Cavalieri Romani, che gli anelli solamente levati dal dito a i nobili morti, e mandati a Cartagine empivano un grandissimo sacco. Soggiungono poi le storie (e quì finisco il discorso) che dopo questa strage tanto memorabile, alcuni pochi Romani feriti, s’erano ritirati ne’ lor quartieri già fortificati, e muniti; l’esercito vittorioso Cartaginese s’accampò per finir la vittoria, ed espugnare i quartieri; i difen-


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