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volle ignuda, e priva d’ogni difesa di recinto, o di mura; il Tiranno in vece di danneggiarla, la beneficò con armarla di muraglie, e di difesa. Chiedasi ora agli Spartani qual de’ due stati sia paruto loro più conveniente per la quiete de’ Cittadini, e per la felicità, o la Città ignuda, o la Città circondata. Ve lo dirò io. Piansero gli Ambasciadori di Sparta nel Senato Romano, quando per ordine del medesimo Senato le furon rovinate quelle mura, che vi avevano innalzate i Tiranni. Così colle lacrime loro, vennero a confessare, quanto meglio giudicassero, per la Patria il conservarla circondata da fortificate muraglie, che rimetterla in quello stato primiero, nel quale era stata dal suo famoso legislatore instituita. Le Città principali tutte, o delle Repubbliche, o delle Monarchie, di cui abbiamo memoria, sempre sono state fortificate a proporzione dell’offese, e delle macchine, che ne’ tempi loro si costumavano, ma oggidì più che mai, mentre si combatte collo spaventoso strumento dell’artiglierie. Non aspettate già, ch’io per provarlo con una lunga citazion di Scrittori v’infastidisca; se per prova di qualche altra proposizione converrebbe allegarvi molte istorie, per confermazione di questa verità si potrebbero produr tutte.

Le conseguenze poi che appartengono a’ Professori dell’Architettura, e arte militare son così note per se stesse, che non hanno bisogno d’esservi, per mezzo delle mie parole dimostrate. Serva per tutti i secoli del tempo, e per tutti gl’Imperi della terra un’esempio solo, che togliendosi dall’età presente, e da’ paesi vicini, non potrà reputarsi speculazione chimerica, ma usanza praticata. Chi non vede nella marzial Germania, o ne’ Regni Oltramontani, a quale altezza di fortuna si sublimi un Ministro di guerra, che con prudenza, e con ingegno si dimostri esperto professore della militar Disciplina? Si sublima a segno tale Uditori, che se il supremo Dominante si trattiene, come giudice di controversie, o distributor di cariche fra i quieti Cittadini, l’altro collo Scettro della potenza in mano, comanda agli eserciti armati, e come vero Re, si rende arbitro, ora degli acquisti, e ora delle perdite memorabili, facendosi autore, o della conservazione, o della rovina allo stato del Regno.


I Pro-