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grandi d’Ipparco, e di Tolomeo; i fondachi dove voi esercitavate i traffichi dell’industria ingegnosa, erano i Cieli, e fra le vostre tappezzerie si numeravan le Stelle, ed i Luminari. Questa palla di terra, che pure è la base de’ Regni, ed il fondamento delle Monarchie, non serviva per altro nelle vostre botteghe, fuorche per misurare a semidiametri, gli intervalli delle sfere, e l’adoperavate per pertica delle vostre dimensioni. Povero Alessandro; con che lacrime averebb’egli pianto, se dopo avere scorso con volo trionfale dalla Macedonia fino al Gange, avesse pensato, che la somma del suo faticoso acquisto non era altro, che una particella di quel braccio, e di quella misura, la quale nella ricca officina dell’Astronomia, o si disprezza, o non si stima per altro, che per misurare i broccati, e i fondi d’oro, che eternamente lampeggiano nelle sfere, e nel firmamento.

Che diremo dell’Aritmetica? Si richiederebbe propriamente un’Aritmetico per numerare i benefizi, che ella apporta, non meno a’ contemplativi astratti, che agli economi, e a’ Mercanti applicati. Voi potete far fede ingegnosi maestri d’Algebra qui presenti, quanti problemi, che quasi eccedono la capacità dell’ingegno umano, poi coll’ajuto di quella scienza si svelano, non so, se con maggior diletto, o con maggiore maraviglia. Come sarebbe mai possibile, ne’ commerci della vita civile, non ingannare, o esser ingannato, senza la dottrina del numerare? Qual sapiente avrebbe cuore giammai di svilupparsi dalle lunghe somme de i libri mercantili, da’ calcoli de’ banchieri, dalle Compagnie, da’ Bilanci, dal pareggiamento di Cambi diversissimi? Cose le quali si rendono poi, non solo possibili, ma anco agevoli ad un fanciullo, che abbia l’istruzzione dell’Aritmetica.

Chi non ammira la Meccanica, si può ben dire, che non goda della scena delle maraviglie. Mi par ben deplorabile la miseria de’ nostri tempi, ne’ quali questa facoltà tanto benefica, e tanta maravigliosa, è molto adoperata, ma poco intesa. Non si trova fra le immonde ciurme delle Galere, schiavo tanto inesperto, che non sappia benissimo l’uso dell’argano, e la pratica delle taglie. Ogni Muratore, o Pizzicagnolo, per ignorante che sia, sa l’utilità della leva, e le operazioni della bi-


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