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mezzi, segni, conietture, e certi sillogismo imperfetti, chiamati da gli oratori Entimenti; e la poesia usa per mezzi la imitazione e lo esempio. Uso adunque Dante, per manifestare il concetto di questo suo poema, il modo poetico, principalmente per tre cagioni; la prima per titare maggior numero di uomini a lo studio di essa sua opera; la seconda, perchè eglino apprendessero più facilmente quel ch’era l’intenzion sua d’insegnare loro; e la terza, perchè ci ritenessero con maggior facilità, per più lunghezza di tempo, ciò ch’eglino imparavano da quella. Le quali tre cose fa grandemente la poesia. Conciosia cosa che i poeti, parlando della maggior parte, descrivino e adornino i loro concetti di tante finzioni, favole, sali, fiori, figure e modi leggiadri di dire, che arrecan tutti dolcezza e diletto a gli orecchi degli uditori, ch’ei son pochi quegli uomini che non si dilettino di leggergli. E oltre di questo ciò che s’impara da loro s’impara facilmente; e la cagione è, per insegnarla eglino per via d’imitazione, della quale si diletto molto naturalmente l’uomo; e questo nasce, come scrive Aristotile nella Poetica, per essere stato fatto l’uomo da la natura molto più atto a imitare, o volete con la voce o volete con la persona e con i gesti, tutto quello ch’egli ode o vede, che qual si voglia altro animale; e ne dà segni manifestissimi nella sua fanciullezza, e suboto ch’egli comincia a conoscere, dimostrando di pigliar tanto piacere nell’imitazione, ch’ei si sforza con ogni suo potere d’imitare tutto quello ch’ei ode o vede fare a’ suoi maggiori. Ma che maggior segno vogliamo noi, che la imitazione piaccia, come ne dimostra il Filosofo, a l’uomo, veggendo noi molte cose vere dispiacergli e dargli fastidio, che di poi imitate gli piacciono e porgogli diletto? Come son verbigrazia certi casi tanto empii e tanto crudi, ch’egli non può sopportar di vedergli, e di poi imitati in una tragedia lo dilettono e dannogli piacerem e certi animali tanto schifi e tanto brutti, ch’egli non può patir di ragguardargli, e imitati di poi dalla pittura (ch’è ancora ella una spezie di poesia, la quale dimostra e imita co’ colori quel che fanno i poeti con le parole) non solamente non gli dispiacciono, ma elli gli porgon diletto. E ultimamente ha ancora questa forza la poe-