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LEZIONE PRIMA 33

il quale si punisce in quel luogo. E per questa cagione scelse egli sempre persone famose e conosciute publicamente, considerando che tutti i vizii e tutti i mancamenti appariscon tanto più brutti e più abominevoli, quanto eglino si veggono e sono in persona maggiori e più notabili; come ne manifesta chiaramente ei medesimo, inducendo nel Paradiso M. Cacciaguida, suo avolo, a dirgli a questo proposito così:

Però ti son mostrate in queste ruote,
     Nel monte, e nella valle dolorosa,
     Pur l’anime che son di fama note.
Chè l’animo di quel che ode non posa,
     Nè ferma fede per esempio che haia
     La sua radice incognita e nascosa.

Ma perchè e’ non basta conoscere i vizii, ma e’ bisogna ancora schifargli e fuggirgli, egli scrive poi nella seconda cantica il Purgatorio, mostrando nelle varie e diverse pene di quello il modo e la regola da isgannarsi e purgarsi da quell’errore, il quale è punito da la divina iustizia, ma temporaneamente, in quel luogo. Mediante le quali cose essendo ritornato l’uomo nello stato della innocenza, gli è dimostro dipoi da lui nella terza cantica, con il lume di Beatrice e della sacra teologia, la felicità e la letizia immortale ed eterna, la quale ha preparato Dio per liberalità e bontà sua agli eletti; descrivendo con dottrima maravigliosa il luogo de’ beati, e lo stesso divinissimo Paradiso, e finalmente esse Dio ottimo e grandissimo, e il suo Figliuolo umanato, con quel più chiaro modo che può ragionar di così alto e profondo soggetto lingua alcuna mortale; e dichiarando e sciogliendo ancora, insieme con tai cose, molti dubbii e molti nodi bellissimi delle sacre e divine scritture. Per la qual cosa diremo finalmente, ragunando il tutto insieme, che l’intenzion della opera e la mente del Poeta è di giovare, il più ch’egli può, a quegli uomini i quali o e’ sono inviluppati o e’ porton pericolo di lasciarsi inviluppare da i vizii, dimostrando lor primieramente che cosa sieno essi vizii, di poi in che modo e’ possino spogliarsene, e quel che succeda finalmente a coloro che se ne son purgati.