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nello stato della sua innocenza l’uomo; dimostrando che l’operazione e il fine suo non è in questo mondo, come quei degli altri animali, i quai mancan della ragione, ma nel Paradiso della Divinità e della celeste grazia. Ove essendo ricevuto lietamente da le tre virtù teologiche e da le quattro cardinali, il Poeta vede, stando in mezzo di quello, il sol della divina iustizia, il quale piove sopra di lui i setti santissimi doni dello Spirito Santo, figurati per sette raggi che uscivano da la sua luce; mediante i quali, insieme co’ sacramenti della Chiesa militante, egli è preso da Beatrice e guidato con suo grandissimo contento nella trionfante.

La terza vita, chiamata, come noi dicemmo di sopra, dal Filosofo contemplativa, ha ben per fine, come tengono i filosofi, la verità, ma non quella che conobbero eglino; essendo piaciuto alla divina Providenza di ascondere queste cose a’ sapienti, e revelarle a’ parvoli e semplici di cuore. Imperochè la verità della quale intendono eglino, secondo la distinzion data di lei da loro, è una adequazione e un pareggiamento delle cose con l’intelletto, per la quale l’intelletto le intende come elle sono, ed elle non sono altrimenti che come le intende l’intelletto. Ma perchè queste son tutte verità particulari, elle non posson mai empiere e saziare interamente il nostro intelletto; per il che egli non si ferma, e non si quieta mai, per infino a tanto ch’e’ pervenga a la cognizion di quel vero, del quale il nostro poeta disse nel 28 capitolo del Paradiso, parlando della cognizione che hanno di lui gli Angeli:


E dei saper che tutti hanno diletto
Quanto la sua veduta si profonda
Nel vero in che si queta ogni intelletto.

nella fruizione del quale consiste la felicità e la beatitudine nostra. E questa è la somma e universal verità, per partecipazion della quale (così come sono ancora calde tutte le cose per partecipazion del fuoco, il quale è caldo per essenzia propria) son dipoi vere tutte le altre cose; e questo è Dio ottimo e grandissimo, somma e perfetta verità, per essenzia sua propria, e non per partecipazion d’altri. E questo dimostra il poeta no-