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di quelle tre maniere del vivere, secondo le quali ei vivon communemente o tutti o la maggior parte di loro. Per dichiarazione della qual cosa è da notare, che ricevendo il Filosofo nel primo libro della Etica, della felicità umana, e ingegnandosi d’investigarla e trovarla co’ modi del vivere degli uomini, dice nel quinto capitol di quella, che le vite principali, seguitate da la maggior parte degli uomini, sono tre; la prima delle quali è chiamata da lui vita voluttuosa, la seconda vita civile e la terza contemplativa. La vita voluttuosa è quella nella quale, dandosi gli uomini totalmente in preda a’ sensi e ai diletti di quegli, vivono a guisa di fiere e di animali, i quali manchino al tutto della ragione. Imperocchè dominando in tal vita (come scrive in quel luogo dottissimamente Donato Acciaiuoli, nostro cittadin fiorentino, e filosofo ed espositor famosissimo di quella opera) e regnando sopra a ogn’altra potenza quello appetito sensitivo, che noi abbiamo a comune con gli altri animali, senza rendere obbedienza alcuna a la ragione, ne sèguita di necessità, ch’ei si viva in quel modo medesimo che fanno quegli. E questa vita dice Aristotile essere seguitata e amata da la maggior parte degli uomini per due cagioni. L’una, per essere il diletto molto secondo la natura, onde è amato e cerco grandemente da quella: e l’altra, per vedere i popoli che la maggior parte degli uomini grandi e potenti, ne’ quali ci ragguardan continovamente, come fanno gli arcieri nel bersaglio, e che ei pensan che sappino più di loro, cercan con tutte le loro forze e il loro studio le voluttà e i piaceri; e avendo posto, a guisa di Sardanapali, il lor fine in quegli, dimostran chiaramente con l’esempio della lor vita, che il fine e la felicità umana non consiste in altro che nella voluttà e ne’ piaceri de’ sensi. E a questa vita dimostra il Poeta, nella prima cantica di questa sua Comedia, che consèguita lo Inferno e morale ed essenziale; intendendo lo essenziale quello, dove tien la religione cristiana che sien puniti eternalmente i demonii, e quegli spiriti che si ribellarono nel principio della lor creazione da la maestà divina, essendo condennate ancora insieme con essi demonii, in quello orribilissimo carcere, l’anime di color che vivon così inviluppati e sommersi nelle voluttà e