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della crusca xxvii

parte del suo lavoro avesse potuto dare le seconde cure, il numero delle lezioni non se ne sarebbe alterato, ma solo ne sarebbe stata la disposizione più perfetta.

VI

Come io ebbi conosciuto il codice Magliabechiano, che contiene queste due Letture ancora inedite, il mio primo pensiero fu di pubblicare queste soltanto; giacchè le altre già erano state pubblicate sino dal sec. XVI. Ma ho poi considerato che queste altre Letture e le lezioni Gelliane, sebbene di talune si abbiano, non una sola, ma due e anche tre edizioni, sono divenute sì fattamente rare, che pochi le conoscono, e pochissime sono le biblioteche private, e anche le pubbliche, nelle quali se ne conservi la raccolta intera. E il prezzo, non dico di tutta la collezione, presso che impossibile a trovarsi in commercio, ma delle Letture e lezioni separate, è salito tanto alto, che poche borse vi arrivano; e men che le altre, le borse dei letterati, le quali sono quasi sempre assai meschine. Mi parve dunque miglior consiglio il riunirle, ponendo insieme le edite e le inedite, e dandole agli studiosi, e particolarmente ai Dantisti, in volumi di tal costo da non essere di aggravio anche alle fortune più modeste.

Il tempo in cui si fecero le lezioni del Gelli sopra la Divina Commedia si stende per lo spazio di ventitrè anni, essendo la prima del 1541, e l’ultima del 1563. Era però cosa natuale e ovvia, che qui io le disponessi, non secondo l’ordine loro cronologico, ma secondo le Cantiche e i Canti del poema; e così prima quelle che riguardano l’Inferno, sebbene di tempo sieno posteriori; e quindi le altre che spie-