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secolo; onde gli potrebbe essere ancor fatta da esso Virgilio la medesima instanzia di lui, che di Enea; egli previene con la risposta ancora a quella. Ma perchè ei non era certo che Virgilio lo sapesse, come di Enea del quale egli aveva scritto, egli non gli dice come di Enea: tu dici, o veramente: tu potresti dire, ma dice assolutamente:
Andovvi poi lo vaso1 d'elezione.
Nella esposizione del qual verso affaticandosi non poco il Landino, per parergli cosa strana che il Poeta dica che Paulo andasse a lo Inferno, essendo egli stato rapito al terzo cielo, dice finalmente che Paulo ebbe cognizione, in esso rapimento, così dell’Inferno come del Paradiso. La qual cosa non arebbe egli avuta a pensare, se egli avesse notato, che se bene Virgilio dice ch’Enea andasse a lo Inferno, ei non dice ch’ei vi andasse ancor similmente Paulo; e se egli avesse considerato diligentemente quel che disse Virgilio, e quel che risponde Dante. Imperò che Virgilio, da poi ch’egli ebbe consigliato Dante a tenere altro viaggio, e dimostratogli come ei pensava ch’ei fusse il suo meglio il seguitarlo, gli disse:
E trarrotti di qui per luogo eterno,
chiamando lo Inferno, il Purgatorio e il Cielo, tutti a tre insieme, luogo eterno con il nome del genere; e dipoi lo divide nelle sue specie, le quali sono, come voi udiste nello altro capitolo, Inferno, Purgatorio e Paradiso. Volendo adunque il nostro Poeta, tenere il medesimo ordine nel rispondere, chiama primieramente tal luogo secolo immortale, con un nome generico; e dipoi lo divide in quelle specie, le quali facevan di mestieri a lo intendimento suo; e queste sono lo Inferno, al quale andò Enea, e il Cielo al quale fu rapito Paulo. Dove è grandemente da considerare come ei possa stare, che il Poeta dica di Paulo, il quale ascse al cielo, rapito e tirato da la potenza divina, ch’egli vi ascendesse, con questa voce andovvi; la qual
- ↑ Cr. lo vas.