frasi dell’Anima) di uno che legge, egl’intendesse e comprendesse la lor quiddità e la lor natura; per il che disse il Filosofo, che chi voleva intendere conveniva che ragguardasse nelle immagini e ne’ fantasmi impressi nella fantasia, potenza tanto nobile, ch’ei disse dipoi, nel fine del terzo dell’Anima, parlando di lei: lo intelletto o egli è la fantasia, o egli non è senza di lei. Per le quali ragioni dice dottissimamente il Poeta, parlando a essa sua mente: che scrivesti e imprimesti, intendendo, nella memoria cio che io vidi, cioè compresi co’ miei sensi; veggendo col senso del vedere (nominando solamente quello, per tutti gli altri, come più nobile, e che ci dà cognizione di molte più cose che alcuno altro) il sito orribilissimo dell’Inferno, e le infelici anime che son tormentate dentro a quello; udendo con quello dello audito le dolorose e spaventevoli loro strida; sentendo con quel dell’odorato i fetidi puzzi delle sue bolge, e con quel del tatto lo incendio del fuoco de’ gironi, e lo stridore del freddo, della ghiaccia, e de gli altri luoghi presso al centro della terra:
Qui si parrà la tua nobilitade, |
cioè nel descrivere io questi miei tanto alti concetti, apparirà la nobilità e la perfezione tua, conoscendosi ciascuna cosa da le operazioni sue. Imperò che tanto quanto è nobile e perfetta una operazione, tanto viene a esser nobile e perfetta quella sustanza da la quale ella procede. E però l’operazioni che procedono da lo uomo, come uomo, essendo egli il più nobile animale che si ritrovi in questo universo, sono operazioni più nobili e più perfette che quelle degli altri animali; e quelle degli animali, per essere eglino più perfetti che quelle cose le quali hanno l’anima vegetativa sola, più perfette che quelle delle piante. E che questa voce nobilità significhi propiamente bontà e perfezione di natura, lo dimostra chiaramente il Poeta stesso nella terza parte del suo Convivio: dove ragionando egli particularmente di lei, da poi ch’egli ha confutate e riprovate come false le opinioni di quegli che tengono, ch’ella sia esser nato d’illustre e chiaro legnaggio, o veramente possessione antica di ricchezza e di avere, egli dice la nobilità non essere