Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
LEZIONE OTTAVA | 129 |
altri a’ quattro; il Purgatorio per quelle che sono impedite da colpe veniali, e che hanno trasmutata la pena eterna, ch’elle meritavano, mediante i sacramenti della Chiesa in pena temporale; e il Limbo per quelle che sono impedite dal peccato originale, e che non hanno avuto battesimo. Ma perchè il Limbo e lo Inferno sono in fatto e realmente un luogo medesimo, e distinti solamente di considerazione (conciosia cosa che l’anime che sono nel Limbo non sentino altra pena, che di non poter mai conseguire il fine loro, e quelle che son dipoi negli altri luoghi dell’Inferno sentono tutte qualche pena sensibile), il Poeta nostro, il quale tenendo ancora egli questa opinione ha posto, come si vedrà al suo luogo, il Limbo nel primo cerchio dell’Inferno, non fa menzione nel testo se non di questi tre: Inferno, Purgatorio e Paradiso; chè per i due primi promette Virgilio di accompagnarlo in persona; e al terzo, se egli vorrà dipo salirvi, dice ch’ei troverà un’anima, a ciò più degna di lui, che ve lo accompagnerà.
Dice adunque Virgilio, volendo dar primieramente notizia al nostro Poeta dello Inferno, con il descriverlo da lo infelice stato delle anime che sono in quello:
Nella qual cosa egli non poteva certamente, volendo esprimere la miseria e l’angoscia di quegl’infelici e dolenti spiriti, dannati da’ tempi antichi fino allora, usare nè le più efficaci nè le più propie parole, che chiamare i loro rammarichii strida dolorose; conciosia che questa voce strido (la quale è nel numero del meno voce masculina, e così la usò il Petrarca, quando disse nella canzone della lite:
. . . . . A questo un strido |
e nel numero del più femminina, coma la usa qui il nostro Poeta) significhi un certo rammaricarsi, gridando con voce e