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a guisa di fiera salvatica; e veramente da la terra, chiamata da i latini humus, per essere egli stato creato primieramente di quella da Dio; per il che fu risposto meritamente da detta ombra nella maniera che dice il testo. E se bene Dante non restò però, saputo ch’egli ebbe tal cosa, di chiamarlo ancora poi Virgilio, come ei fa ancora sempre la maggior parte de l’anime ch’egli trova, chiamandole col nome ch’ebbe il composto, egli lo fa per esser l’anima la principale e più nobil parte d’esso uomo, e per esser cosa conveniente nominare un tutto da la parte sua principale e più nobile; e tanto più essendo peripatetico, e dicendo Aristotile, che ciascuna cosa si chiama e pare che sia quello ch’è principale in lei. Ma perchè qui potrebbe nascere questo dubbio: come Dante, se quella era l’anima sola di Virgilio, potesse vederla, essendo l’anime nostre incorporee, e conseguentemente invisibili, conciosia che la potenza nostra visiva non vegga altro che i colori, e questi sieno gli obbietti propii, e se ella vede quantità e figure, le vede solamente in quanto elle sono colorate, e i colori non si ritruovano altrove che ne’ corpi, o per meglio dire nelle superficie di quegli; mi pare necessario, innanzi che noi andiamo più oltre, considerare alquanto il modo, mediante il quale vuole e tiene il nostro Poeta, che dette anime, ancora ch’elle non sieno corporee, possino essere vedute dagli occhi nostri. Per il che fare è di mestiero ridursi a memoria quello ch’egli dice nel canto venticinquesimo del Purgatorio, ove ei mostra che l’anime, quando elle escono de’ corpi, ne riportan con loro tutte quelle potenze, le quali appartengon propiamente a loro; e queste sono, come dice sopra questo luogo il Nipote, l’intelletto, la volontà e la memoria; e l’altre, cioè le potenze sensitive, vuole che si corrompino e manchino al tutto insieme con il loro corpo, in quel propio modo che si corrompono ancor naturalmente gli accidenti nella corruzione e nella destruzione del loro subbietto. Niente di manco ei vuole che tali potenze rimanghino in loro, almanco in virtù e in potenza1, se non in atto e realmente, come quelle

  1. Ediz. impotenza.