Pagina:Letturecommediagelli.djvu/129

LEZIONE SESTA


Ed ecco, quasi al cominciar dell’erta,
     Una lonza leggiera e presta molto,
     Che di per maculato era coperta.

Leggesi nelle antiche memorie de’ Greci, che riferisce il divino Basilio in una operetta ch’egli fa del modo di ammaestrare i fanciulletti, che arrivando Ercole, mentre ch’egli andava per acquistar fama nella sua adolescenza errando per il mondo, in un luogo dove erano due vie; l’una delle quali era molto facile, piana e piacevole nel cominciare; niente di manco ella diventava di poi sempre più difficile e più aspra verso il fine, il quale era una selva non manco oscura e salvatica, che questa nella quale scrive essersi ritrovato il Poeta nostro; e l’altra, che si mostrava per il contrario nel principio erta e difficilissima, pareva che diventasse poi sempre più facile e più piacevole, e che arrivasse finalmente sopra a un monte molto vago e molto bello; e stando in dubbio e sospeso, quale ei dovesse pigliare di queste due vie, che lo guidasse ove ei potesse conseguire quello ch’egli desiderava, gli apparsero due donne, molto diverse e dissimili e nell’abito e nell’aspetto. Conciosia che l’una fusse vestita molto riccamente, e ornata con grandissima arte d’oro, di perle e altre cose preziosissime il capo, le trecce e il volto, nel quale appariva una maravigliosa bellezza, ma con una certa lascivia da essere più tosto appetita, che onorata; e l’altra, la quale era mal vestita, stracciata, scinta e scalza, e non aveva ornamento alcuno altro che una semplice ghirlanda di fiori sopra a la