portarla quando ella è il giorno sparsa per l’aria, si stanno racchiusi per le grotte e per le caverne della terra; e dipoi escon fuori la notte a vederla nelle stelle, nelle quali essa risplende participata e temperata di sorte, che i loro occhi posson sopportarla. Così bisogna ancor similmente che l’intelletto nostro non cerchi di conoscere Dio in lui stesso e nella essenza sua propia; chè gli avverrebbe a lui come a quel filosofo, che dimandandogli Dionisio più volte quel che fusse Dio, chiedeva sempre maggior spazio di tempo a rispondergli, dicendo che quanto più vi pensava, tanto gli pareva più difficile il conoscerlo. Ma gli bisogna contemplarlo in queste creature de l’universo,
come disse non manco dotta che leggiadramente il nostro M. Francesco Petrarca. Da questi raggi adunque della divina bontà conobbe il nostro Poeta, che la ragione, parte sua superiore, era illuminata da il lume del sole divino; per la qual cosa discacciò alquanto da sè la paura ch’egli aveva avuta fino allora, come segue il testo, e prese ferma e certa speranza d’avere a uscire delle tenebre della confusione, e d’avere a ritrovar la diritta strada. E se qualcuno si opponessi, dicendo che Dante non potette avere ancor questa speranza che io dico, non avendo egli avuto ancor dal cielo quel lume della fede, il quale io ho detto che gli fu mandato dipoi da la bontà divina per ordine di Beatrice (tenendo di comune concordia tutti i nostri teologi, che chi non ha fede non possa avere speranza, ma che l’una presupponga di necessità l’altra; conciosia che ei non si possa sperare una cosa della quale altrui non abbia cognizione, e l’obbietto della speranza sia vita eterna e Dio, che si conoscon veramente per fede), io gli rispondo che Dante aveva ancora egli, innanzi che egli avesse questa speranza, avuto in virtù il lume della fede; conciosia che subito che egli, accorgendosi della confusione nella quale egli si ritrovava, e ragguardando donde procedeva tal cognizione, conobbe ch’ella nasceva dal discorso della ragione illuminato particularmente da’ raggi della luce e della bontà divina; onde