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note 97

Ch'io non m'avessi, Adméto, non mi udrai.
Qual io per te nudrissi affetto in seno,
Unico figlio mio, senza ch'io 'l dica,
Tu il sai: tel dice l'affidato scettro,
Ch'io spontaneo lasciavati anzi tempo
In mia verde vecchiaja. Annichilato
Fu da me stesso il mio poter, per farti
(Me vivo pur) Re di Tessaglia e mio.
Prova era questa, credilo, cui niuna
Pareggia; e non men pento, ed in vederti
Adorato dai sudditi, son pago.
Vinto in me dunque il Re dal padre, acchiusa
Nella tua gloria ogni mia gloria ell'era.
Io, d’ogni stolta ambizíon disgombro,
Privata vita alla consorte accanto
Traea felice. E qui, non niegherotti,
Nè arrossirò nel dirtelo, che dolce
M'era ancor molto il viver, ch'io divido
Or già tanti anni con sì amata donna,
Con la tua egregia venerabil madre:
Specchio è dell’alma mia; per essa io vivo,
E in essa vivo.

Coro.

                                      Oh puro cuore! oh rara
Virtude!

Feréo.

                Adméto, quell'affetto istesso,
Ch'or disperatamente ebbeti spinto