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note 95

Feréo.

                                    Dunque a delitto
Or tu mi ascrivi l'amor mio paterno?
E in ciò ti offesi? Ah, figlio! e il potev’io,
In sul vigor degli anni tuoi vederti
Perire, e non tentar io per salvarti
Tutti e gli umani ed i celesti mezzi?

Adméto.

E mi hai tu salvo, col tuo oracol crudo?
Non mi morrò fors'io pur anco? e morte
Ben altramente dispietata orrenda
La mia sarà. Ma, il dì che pur giungea
La risposta fatai di Delfo, or dimmi,
In qual guisa, perchè gli avidi orecchi
Della mia Alceste anzi che i tuoi la udirò?
Perchè, se pur dovuta ell'era all'Orco
Una spontanea vittima in mia vece,
Perchè tu primo, or di', perchè tu solo,
Che tanto amor per l’unico tuo figlio
Aver ti vanti, allor perchè non eri
Presto a redimer con la vita tua
Il mio morire tu?

Alceste.

                                        Sposo, e tu farti
Minor pur tanto di te stesso or osi
Con cotai sensi? ad empia ira trascorri
Contro al tuo padre tu? di chi ti dava