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note | 89 |
Lungo è l'Orco pur troppo; il viver, breve;
Ma dolce in un: tu il sai, che incontro a Morte
Battagliasti pur tanto, e rossor nullo
Di viver oltre al tuo giorno prefisso
Prendeati; e, spenta la tua moglie, or vivi.
E me poi tu di timidezza accusi,
Tu vinto, o timidissimo, da Donna,
Che in tua vece moria: leggiadro in vero
Garzoncellino! E il ritrovato è astuto;
Per non morir tu mai, l’indurre ognora
Qual ti abbi moglie a dar per te sua vita.
E gli amici, che in ciò ti ricusaro,
Rampogni poi, sendo peggior tu stesso.
Taci: e pensa, che cara ogni uom la sua
Tien, qual tu la tua vita: onde, se oltraggi
A me dirai, molti ne udrai più veri.
Coro.
Ed ora, e dianzi, già sen disser troppi.
Dunque, tu antiquo, il tuo figliuol non vogli
Punger più omai.
Adméto.
Di' pur, poich'io già dissi:
Ma, se il ver duolti, non dovevi or primo
Fallire in me.
Feréo.
Fallo ben altro il mio
Era, s'io mai per te moriami.