Se tu morivi pel tuo figlio. Un breve
Avanzo di tua vita ricomprava
La vita intera di costei: nè in pianto
I'mi vivria di tal consorte orbato.
Felice al tutto, quanto altr'uom giammai
Vissuto t'eri: Re da' tuoi primi anni,
Me figlio erede del tuo regno avevi;
Nè, morendo, lasciavi orfana casa
Da lacerarsi infra straniere genti.
Nè dir potrai, che abbandonato a Morte
Mi avessi tu, perch'io spregiare osassi
Mai la vecchiezza tua: ch’anzi tu spesso,
E la madre anco, laude a me non lieve
Piaceavi dar pel riverente mio
Vero amoroso filíal contegno.
A procrearti nuovi figli or dunque
Più non indugia omai: quelli nudrirti
Denno in vecchiezza; quelli il morto tuo
Corpo adornare e seppellir; non io:
Questa mia man non ti darà mai tomba.
Morto io son, quanto a te: che s'io pur miro
La luce ancor, di chi me la serbava
Dico esser figlio, e di sua vecchia etade
Esser l’amato nutritore. Indarno
Vituperando e la vecchiaja e il lungo
Tempo del viver loro, i vecchi in detti
Braman morir; ma, se Morte si appressa,