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tanta è la grazia del primo, e l'attitudine sforzata del secondo. Questi prende per mano Adméto, e l'altro Alceste, i quali vengono portati per aria vicini ad Apollo. Notate che per non eccitar troppa maraviglia si è avuta l'avvertenza di fare in modo che si vedano da tutti gli spettatori i grossi fili da cui pendono Apollo ed i Genj con Alceste ed Adméto.
Ma a dir vero, mia gentile Amica, non muovono forse più a sdegno che a riso queste difformi rappresentazioni? Dovrà dunque l'Italia, culla delle arti belle, rimaner sempre nella barbarie, mentre altre nazioni si sono slanciate verso la meta della perfezione? Possibile che non il solo popolo, ma la più colta parte de' cittadini esser debba quasi forzata ad assistere a simili spettacoli, che pugnano col buon senso, colla ragione e col gusto? Qual argomento era mai quello dell’Alceste per un ballo tragico, se il compositore degnato si fosse soltanto di consultare Euripide o Alfieri! Quanto interesse avrebbe ispirato e quali lagrime deliziose avrebbe mai fatto spargere l'Alceste! Ma questi son