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lettera prima 5

tadino d’Asti, intitolata l’Alceste. A gradi a gradi il mio cuore si sentiva deliziosamente commosso, e soavi lagrime cadevano dagli occhi miei. Quell’Alceste affettuosa, tenera e vera moglie, m’inspirava un tale interesse, e bramava tanto ch’esser potesse restituita alle braccia del suo sposo, che il desiderio mi faceva trovar possibile ad un Ercole il rapirla agli artigli di morte. Io seguiva palpitando l’Eroe, ed allorchè vincitore la riconduce ad Admeto, era a parte della pura gioja di due sposi felici.

Calda la fantasia di queste immagini fu breve ed interrotto il mio sonno. Sorgeva appena il giorno, ed io già svegliato non aveva nel mio pensiere che Alceste. L’idea di ridonarla al pubblico co’ miei torchj, il disporre tutti i dettagli dell’esecuzione, determinare la forma, i caratteri, ordinare all’incisore il ritratto d’Alfieri, estendere le poche linee da cui è preceduta l’edizione, fu questa tutta opera di due ore. Voi già sapete ch’io mi affretto sempre, giacchè sono convinto che la misura della vita desumer si debba più dal numero delle azioni che dei giorni. Esce alla