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lettera quinta 57

za. Nè ho mai espressa questa opinione, anzi ingenuamente protesto che non l'ebbi mai, non essendomi occupato d'un confronto difficile a farsi, il quale esige cognizioni di gran lunga superiori alle poche ch’io possedo. Ben lo ringrazio ch'egli non mi accusi di irragionevolezza, e che non abbia trovato strano il mio divisamento di offrire al pubblico l'Alceste con qualche venustà tipografica.

Dove pare piuttosto ch'egli possa essersi ingannato si è nel tenersi certo che il cuore d’Alfieri avrebbe approvata questa preferenza ch'egli dà all'Alceste; sarà, ma noi vediamo ch'egli pubblicò le altre tragedie, e lasciò questa tra la polve dei suoi scartafacci: appose all'altre il suo nome, di questa non voleva confessare la paternità, sicché vi ha luogo a sospettare che se il cuore d'Alfieri era dell'avviso del Sig. Bettoni, non lo fosse poi la sua mente, e trattandosi d'un uomo di lettere è meglio conformarsi seco nella mente, che nel cuore.

Non so dubitare che il cuore d'Alfieri disapprovar potesse la preferenza da me ac-