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lettera quinta 55

Niente aggiungerò a ciò che già vi scrissi sull'identica obbiezione fattami dal signor Guill. . . rapporto alla mia scelta dell’Alceste. Io non ho mai inteso di farla cadere su tutte le opere d'Alfieri, ma bensì sulle sole postume, e mi dispenserò dal ripetere le palmari ragioni già addotte. Ma segue il mio censore.

Sarebbe diffìcile veramente penetrare il motivo di tal predilezione, di cui non rendendo egli ragione, nè trovandosene nell'intimo merito dell’azione, non resta a ricorrere che a certa interna predisposizione secreta; ed allora è come di pressoché tutte le simpatie e le antipatie, le quali si danno, si sentono, nè si saprebbe dirne il perchè.

Non è più difficile il penetrare il motivo della mia predilezione dal momento in cui si sa, ch'io nè voleva, nè doveva scegliere che fra le opere postume d'Alfieri. Il mio censòre è dispensato pertanto in questo caso dal ricorrere alla sua favorita teoria delle simpatie e delle antipatie. Io cercai sempre di render conio a me stesso delle cause, per