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50 | lettera quarta |
trovo mirabile l'artifizio, con cui il nostro sommo tragico ci porta allo sviluppo della sua tragedia.
L'argomento pertanto, l'intreccio, la maniera con cui dovea trattarsi questa tragedia, la fece giudicare all'Alfieri non opportuna al gusto moderno; si rivolse però all'antichità e si direbbe esser questa tragedia un capriccio d'amor proprio d'Alfieri, il quale avvezzo a riportar la corona da'suoi contemporanei, certo d'ottenerla da'posteri, volle anche spingersi coll'immaginazione fino a' secoli passati e contrastarvi un'egual gloria. Se egli adunque ha scritto per l'antichità spetterebbe anche ad essa a giudicare s'egli sia poi riuscito a suo genio, nè ella è più al caso di dare il suo suffragio, nè a noi è permesso dopo il corso d'oltre ventidue secoli d'indovinare qual fosse, senza comparire assai arditi.
Alfieri ha trattato l'argomento dell'Alceste, ed è questo un fatto che il nostro censore non pone in dubbio. Come può egli dunque trarne una conseguenza diametral-