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lettera quarta 45

altari e più ancora di vittime, questa passione, ostacolo terribile, e mezzo certo di felicità fu pur dipinta ne'suoi traviamenti e ne'suoi delirj. Mirra, Fedra, Clitemnestra lo dicano. E perchè tanta ed illimitata libertà ai tragici autori? perchè il delitto per essere odiato non ha bisogno che di mostrarsi nella sua nudità, come la virtù per esser amata basta che si presenti sotto le naturali sue forme. Se dunque Euripide il primo, e con quelle tinte che erano alla sua nazione ed a' suoi contemporanei adattate, non un delitto, ma gli errori di una violenta passione dipinse; se dopo, il tragico italiano con più raffinati e sfumati colori la stessa situazione ci offrì nel disperato Adméto, a torto e dell'uno e dell'altro vorremmo lagnarci; anzi dobbiam loro laude, mentre offrirono la più utile lezione alle anime virtuose, quella cioè di non abbandonarsi troppo anche alle più nobili passioni, e tal si è certamente l'amor conjugale. Admeto virtuoso aveva pur osato mancare in un momento di smarrita ragione ad uno de'più sacri doveri, al rispetto verso il suo genitore.