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lettera quarta | 41 |
così grande e straordinaria azione, e la nobile fermezza colla quale l'effettua, rendono il di lei carattere interessante ed augusto, ed offrono al genio dell'Alfieri quadri e situazioni commoventissime da darlo a conoscere per quel gran tragico che egli è. Nel mentre ammiriamo però l'eroismo d'Alceste, non può a meno di non parerci destituto di ragione e strano il motivo che vi dà luogo. Noi non possiamo prestar fede alla bizzarria del destino, che merca la vita d'Adméto con un'altra; quindi manca a nostro senso il soggetto dell'eroismo, e ciò ne indebolisce l'effetto perchè siamo sempre contrastati dall’improbabile e dal ridicolo della sua causa.
Sia lode agli dei: in questo paragrafo vi è una riga di elogio all’autore dell'Alceste. Si confessa esser egli un gran tragico. Sembra però, che trattandosi appunto di un gran tragico, non si dovesse affrettarsi di giudicarlo tanto leggiermente. I giudici legittimi de'grandi uomini son pochi, ed è difficile trovarli fra i loro contemporanei. Estraneo affatto al mio argomento dir si potrebbe il cenno