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40 | lettera quarta |
mente il piano della tragedia d’Euripide. Sembrami che questo difficile assunto sia stato con rara felicità adempito dal nostro Alfieri; ed appunto perchè ciascun secolo ha il proprio gusto relativo ai rapporti di sua religione, di sua coltura, e de’ suoi costumi, non poteva Alfieri dispensarsi da alcune modificazioni, giacchè altrimenti, come ben osserva il censore, si sarebbe trovato da noi inconveniente e basso fino a muover le risa ciò che ai tempi d’Euripide poteva essere trovato conveniente, interessante e grande. Come mai non ha veduto il signor censore che invece di tessere la critica, tesseva l’elogio d’Alfieri?
Tutti conoscono la storia favolosa di Alceste appoggiata all’eroismo del suo amore conjugale. Ridotto vicino a morte Adméto suo sposo, e ottenuto in risposta dall’Oracolo, ch’egli non perirebbe, qualora persona del suo sangue o a lui di diretta aderenza congiunta volesse morire in sua vece, questa sposa generosa volontaria si vota a Proserpina in di lui scambio. La passione dell’affetto che la determina a