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36 | lettera quarta |
Tra le opere originali d'Alfieri devesi annoverare pur anche questa tragedia, quantunque la lasciasse tra'suoi manoscritti preceduta da un avvertimento di proprio pugno in cui qual versione la dichiarava d'una seconda Alceste d'Euripide tratta da certo testo venutogli a mano per non so qual caso, e poi andato perduto. Egli è ben facile riconoscere in questa novelletta la replica d'un artificio usato le tante volte per cui si affibbia all'antichità ciò, ch'essa non è al caso di rifiutare, onde far applaudire da moderni per antico, quello che forse male accoglierebbero come contemporaneo.
Chi non avesse letto lo Schiarimento, che trovasi in fine dell'Alceste seconda, potrebbe credere che Alfieri avesse veramente tentato di farla supporre una produzione di Euripide, e non sua. Ma la finzione che forma il tessuto dello Schiarimento, può ella essere più evidente? Vi è perfino un sogno e la comparsa d’una divinità. Mi permetta il censore di credere che al momento in cui scrisse que'cenni, non aveva più presente