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32 | lettera terza |
però maneggiala in modo, e con tali colori da eccitare la più giusta ammirazione. Admeto è il più infelice degli uomini; è sposo ed amante, due titoli d'immenso valore, ed ha quasi perduto il senno per l’affanno. Non è il suo cuore che parla, ma la più violenta passione, ed un dolore, che non ha misura. I più valenti tragici non hanno spesse volte permesso ai loro eroi d’insultare perfino la divinità?
Confessate, signor Guill. . ., che questa volta vi siete abbandonato ad un momento di mal umore, e lo avete sfogato senza pietà. Dio vi difenda da simili momenti, che esser possono fatali anche alla salute.
Per non istancare l'attenzione de'lettori, sospenderemo qui l'analisi e l'esame di questa tragedia; e per corrispondere al desiderio di chi amasse conoscere le successive nostre osservazioni, le continueremo quanto prima.
Guill....
Convien dire che questo vostro saggio critico, signor Guill. . ., non abbia fatto nascere alcun desiderio di conoscere le succes-