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22 | lettera terza |
Un momento, signor Guill. . . . . . . . . Oh è sonno sicuramente, sonno. Non vi ricordate voi di ciò che avete detto un momento fa? Aristotele ha giudicato ch'Euripide è il più grande de' tragici. Questa frase è pur segnata da voi. Come trovavasi dunque nell'infanzia l'arte drammatica, se fioriva in allora Euripide il più grande fra i tragici? Voi accordate almeno, che a quell'epoca l'umana società fosse al principio dell'adolescenza. Non so per altro se vi sarà fatta buona da tutti questa vostra decisione ex cathedra.... Ma continuate pure la vostra lezione storico-metafisica.
Euripide trasportato in questo secolo, avrebbe probabilmente superati i primi tragici dell'età nostra; e questi trasportati ai suoi tempi sarebbero forse stati inferiori a lui. Ma le tragedie di questi, benché abbiano molto preso ad imprestito dalle tragedie greche, sono però superiori tanto rapporto all'arte quanto a quello dei costumi. Avendo fatto de'progressi la società, maggior coltura hanno pure acquistato gli spiriti, ed i costumi sociali mag-