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lettera seconda 13

Donna, due lustri compie omai ch’io posi
    Al mio tragico ardir meta perenne,
    E il pugnale e il coturno in un deposi
    D’Apollo al piè con pio voto solenne.

Ebbi ’l tuo nome, allor ch’io Mirra esposi,
    Propizia vela alle mie stanche antenne:
    Intitolarti or quindi in me proposi
    Il men reo fior del mio tradur decenne.

Specchio a Te stessa e l’una e l’altra Alceste,
    Cui dagli Ellènj modi ai Toschi adatto,
    Io ti consacro: ultimo don fian queste.

Deh, tregua dando il Tempo al vol suo ratto,
    Sorte a me pari al buon Feréte appreste,
    S’io nell’un dei due Adméti ho me ritratto!

Firenze Dicembre 1798.

vittorio alfieri.


Da questo sonetto vi par forse che Alfieri non osasse pubblicare la sua Alceste, o la credesse cosa di poco pregio? Mi rincresce, signor Guill...., ma non ho ancora finito. È ella mia la colpa, se sono incalzato dall’evidenza delle mie ragioni? Occupatissimo, come siete, o almeno come vi suppon-