Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
lettera seconda | 9 |
che egli visse questa non fu conosciuta; e ritrovatasi dopo la di lui morte fra le sue carte era accompagnata da un avvertimento scritto di propria mano, col quale egli suppone altro non esser quella se non la versione di una seconda Alceste d’Euripide, il di cui testo fu smarrito, dacchè era passato sotto i suoi occhi. Questa pretesa traduzione era posta al confronto della vera Alceste d’Euripide messa egualmente da Alfieri in versi italiani.
In verità, signor Guil..., che fra tutte le cose da me fatte e scritte non ne conosco alcuna più facile a capirsi di questa, tanto più che per intenderla non occorre aggiugnere neppure una parola alla stessa vostra frase. L’Alceste è la sola tragedia originale, che Alfieri ha lasciata tra le sue opere postume: i diritti all’immortalità di questo Genio italiano sono principalmente fondati sulle sue tragiche produzioni; dunque fra le sue opere postume meritava la preferenza quella tragedia, che eccitar doveva giustamente la curiosità del pubblico; ed appunto per soddisfar questa io primo nel Regno ebbi il piacere di offrirla