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note 99

Alceste.

                                      Io sola,
(E con qual arte!) io l'ingannava, e tolto
Gli era da me il morire.

Adméto.

                      Oh sposa! oh padre!
D’uopo a te no, non eran or cotanti
E si cocenti sviscerati detti,
Con cui tu il cor mi trapassasti in mille
Guise tremende, perchè io a te davanti,
Pien di vergogna e di rimorso e d’alta
Inesplicabil doglia, muto stessi.
S'io t'oltraggiai, fuor di mio senno il fea,
Per disperata angoscia. - Alceste! Alceste!
Deh quante volte io chiamerotti, e indarno!

Alceste.

Padre, e tu sposo, amati nomi, in breve
Io vi lascio; e per sempre. A voi sian legge
Queste parole mie tutte di pace,
Ch'ultime a voi pronunzio. In te, Feréo,
Come in terso cristallo, traspariva
Or dal tuo dir la inenarrabil pura
Degli affetti di padre e di marito
Sacra dolcezza: e tu pur anco, Adméto,
Padre e marito sei, ma in un sei figlio;
Sacri a te sempre i genitori entrambi
Sieno; e la destra tua, pegno or mi sia,